“Un Natale diverso: dall’Io all’altro”. Questo è stato il titolo della presentazione che le maestre della scuola primaria Giovanna Ravazzola e Silvia Pavesi hanno tenuto all’Hospice La Casa di Iris su invito del presidente, Sergio Fuochi.
L’occasione era illustrare ad alcune studentesse di Scienze della Formazione Primaria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, protagoniste di un ciclo di incontri nella struttura, il mercatino benefico natalizio del nostro Istituto, l’I.C. Amaldi.
“Ormai è una tradizione per la scuola primaria di Pontenure “Giana Anguissola” realizzare, nel periodo natalizio, il mercatino di Natale – hanno spiegato le maestre -. Genitori, nonni, fratelli, parenti vari accorrono per vedere i propri bimbi e per partecipare alle numerose iniziative organizzate negli spazi della scuola. Il banco di beneficenza “Pesca e gioca”, la bancarella degli oggetti e dei manufatti in vendita ad offerta, la bancarella delle torte preparate dai genitori. Lo stesso avviene, da qualche anno, negli spazi della scuola primaria di Roveleto che fa parte del medesimo Istituto Comprensivo, l’IC Amaldi”.
Si sono poi soffermate sul perché i docenti credano, da sempre, nel progetto e operino, con un fruttuoso lavoro sinergico, per la sua realizzazione.
“Le motivazioni sono tante – hanno ribadito -: il mercatino di Natale è un momento per passare tempo insieme, rinsaldare la “rete” che, ogni giorno, lavoriamo per creare attorno agli alunni insieme alle famiglie, alle istituzioni locali, alle realtà del territorio”. Ancora: “E poi è un momento per, dicendolo con le parole di Goleman, coltivare l’intelligenza emotiva. Il lavoro dei bambini è, infatti, finalizzato a coinvolgerli in una riflessione profonda: pensare all’altro, prendersi cura dell’altro, fare qualcosa per l’altro. Affinando, come abbiamo detto, la sensibilità in modo da percepire le sue necessità. Per non lasciarlo solo”.
In questi anni l’I.C. Amaldi ha riflettuto, tra gli altri, sulle necessità dei bambini della Sierra Leone (offrendogli la possibilità di avere un luogo nel quale studiare), del reparto di neonatologia (offrendogli coperte termiche all’avanguardia), dei bambini supportati da Save The Chidren (offrendogli cibi e vaccini). E poi, naturalmente, sull’Hospice La Casa di Iris.
“La mission dell’Hospice La Casa di Iris – hanno evidenziato – è delicata e non è facile da far comprendere nella sua interezza ai bambini, soprattutto a quelli più piccoli. Con questi ultimi il messaggio è incentrato sul prendersi cura”. “I bambini più grandi, invece, riescono a comprendere il significato del fine vita, destino dei viventi studiato anche in scienze. E con loro possiamo riflettere su quello che contraddistingue l’essere umano dall’homo sapiens a oggi: essere un animale sociale che tende ad agire per il benessere suo e del gruppo stesso. Benessere e cura in ogni attimo della vita”.
Le docenti, sollecitate dalle domande dei presenti, hanno infine illustrato attività svolte con gli alunni: attività di riflessione/brainstorming sul tema del prendersi cura, lavori di gruppo in cooperative learning per la realizzazione di cartelloni a tema, scrittura creativa di lettere ai degenti dell’Hospice La Casa di Iris. Ancora: un’attività interdisciplinare di educazione civica/scienze che ha spaziato nelle fasi della vita (dal Reparto di neonatologia all’Hospice La Casa di Iris ovvero “Dar valore ad ogni momento dalla nascita alla morte”).
Un vivo ringraziamento è andato a tutti gli studenti, che lavorano con passione al progetto, e alle loro famiglie che non hanno mancato di offrire il loro contributo anche in momenti di difficile congiuntura economica. Poi, all’intero team di maestre dell’I.C. Amaldi che, con professionalità e dedizione, crede nei valori della solidarietà. E al dirigente scolastico, prof. Leonardo Mucaria, che, con viva sensibilità, ha consentito di rendere sempre fiorente questa tradizione.
0